il castello

Il Castello di Rovere controllava tutto l’Altopiano delle Rocche.

Proprio per la sua posizione il sito si prestò, fin dai tempi più antichi, quale punto strategico per il controllo della viabilità. Forse proprio per questo controllo nacque intorno al XI sec. d.C.  il primo insediamento militare costituito da una torre quadrangolare che divenne il caposaldo tattico tra la Marsica e l’Aquilano.

L’importanza del significato dei muri che compongono la fortificazione del Castello

Per capire cosa c’era prima del Castello è necessario “leggere” attentamente i muri che compongono la fortificazione.

Il primo indizio lo si ha solo entrando dentro l’area di scavo nella zona che un tempo veniva usata come fossato. I blocchi squadrati impiegati per la costruzione della fronte occidentale della fortificazione sono sicuramente di riutilizzo. La struttura, addossata al banco di roccia, univa la torre meridionale con quella occidentale.

Questo paramento murario, così regolare e curato, fa ipotizzare la presenza di un edificio antecedente dal quale sarebbero stati asportati i materiali per la costruzione del muro.

Per capire la cronologia di questo edificio è stato utile il materiale rinvenuto, ad esempio una statuina votiva, confrontandola con altri reperti di altre zone dell’Abruzzo, ha permesso una datazione al III secolo d.C.

Altro materiale di epoche successive ci conferma la presenza romana nell’area come ad esempio una moneta dell’imperatore Gallieno.

Il ritrovamento delle neviere (cisterne in coccio pesto) ci conferma la presenza romana del III sec. d.C.

Il sito nel Medioevo si trovò sulla linea che divideva il territorio marsicano da quello di Forcona e le relative diocesi.

La fortificazione venne a far parte di una fitta rete di collegamenti ottici, che mettevano in comunicazione numerosi punti di avvistamento della zona circostante. Nel XIII sec. Rovere era il limite nord occidentale della contea di Celano.

La primitiva torre era collegata con una struttura lignea, posta sulla cresta della lingua rocciosa su cui si trovava la fortificazione: da cui era possibile controllare la viabilità di fondovalle.( Statua Madonna).

La fortificazione avendo in origine una funzione militare era abitata da militari.

Successivamente la torre mastio fu inglobata in una struttura più ampia, un recinto fortificato di forma triangolare con tre torri circolari alle estremità, mentre l’interno non presentava divisioni.

La fortificazione era protetta da un fossato solcato da un ponte ligneo, attestato dal rinvenimento del battiponte. Il recinto triangolare presentava numerose infrastrutture lignee, forse anche la pavimentazione.

Vi erano ballatoi, passerelle e solai. Di tutte queste strutture rimangono tracce facilmente riconoscibili.

La torre meridionale (lato verso Ovindoli) era collegata alla struttura interna tramite una scala, tagliata nella roccia e ricoperta di blocchetti di calcare e rappresentava l’accesso principale.

Nel 1387 il Castrum Roboris è ricordato tra i beni del Conte Ruggero di Celano, a quel periodo risale la feritoia nella torre verso nord.

L’ultimo momento della funzione militare del castello si può ricondurre al 1489 quando Rovere fu campo di battaglia dello scontro tra Orsini e Colonna.

Alla fine del XV sec. il Castello diventa feudo della potente famiglia Piccolomini, .sicuramente è in questo periodo che viene diviso l’ambiente interno.

Sembra che un terremoto del XVI secolo abbia provocato la sua parziale distruzione ed il suo  abbandono.

                                                                                           Arch. Lucy Valente

Pin It on Pinterest

Share This