Gole del Sagittario, un ambiente ricchissimo e diversificato a due passi nel Parco Nazionale d’Abruzzo

La visita della Riserva Naturale WWF delle Gole del Sagittario è una tappa significativa di ogni soggiorno in Abruzzo, sia per gli ambienti che racchiude, sia per le interessanti proposte rivolte ai visitatori, sia per i programmi di ricerca scientifica che sviluppa. Particolarmente apprezzata dagli appassionati di trekking è la rete di sentieri tracciati dal CAI, (Club Alpino italiano).

Si trova a circa 17 km da Sulmona e dal Parco Nazionale della Majella, nel Comune di Anversa degli Abruzzi, a 5 km dal casello autostradale di Cocullo (autostrada A25), a circa 15 km da Scanno, e a circa 30 km da Pescasseroli, cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo

La riserva, che si estende per circa 450 ettari, include ambienti molto diversi tra loro. Se ne possono riconoscere sei tipologie: le rupi e i ghiaioni calcarei, i prati aridi, la vegetazione delle sorgenti, il bosco di fondovalle, la faggeta e le praterie di montagna. 

Fra di essi, dominano le profonde e spettacolari gole calcaree modellate, in milioni di anni, dall’ erosione delle acque. La riserva parte dai 700 metri di quota del fondovalle, presso l’area di Cavuto con le sue ricche sorgenti, per raggiungere i 1500 metri nei crinali sovrastanti. 

A picco sul fondovalle si affacciano i due borghi di Anversa e di Castrovalva, arroccata su uno sperone di roccia.  

La fauna e la flora della riserva

Al suo interno troviamo tutti i grandi mammiferi appenninici: l’orso bruno marsicano è frequente nell’area, così come il lupo e, sulle vette circostanti, il camoscio d’Abruzzo. Fra le specie erbivore, troviamo anche il caprioloil cervo, il cinghiale e l’istrice mentre i carnivori annoverano anche il gatto selvatico, la martora, la faina, la volpe, la puzzola. Di tutto l’Abruzzo, solo in questa riserva vive la rara lepre italica o appenninica.

Davvero ricco è il panorama delle specie di uccelli con l’aquila reale, il falco pellegrino che nidifica sulle falesie ma anche altre specie come il gracchio corallino dal bel becco ricurvo color corallo, che è facilmente osservabile con circa 15 coppie. 

Fra i tetti delle case dei vicini borghi, compare fugacemente la “freccia” azzurra del passero solitario, col suo canto melodioso mentre sulle sovrastanti praterie nidificano la coturnice e il codirossone ed il calandro. Ma l’uccello più caratteristico di queste rupi, ritratto pure come logo della riserva è l’elegantissimo picchio muraiolo con le sue ali a farfalla che non di rado si spinge negli abitati per esplorarne i muri in cerca di cibo. 

La faggeta, invece, ospita come nidificante il rarissimo picchio dorsobianco.  Molto peculiare è la fauna delle sorgenti con la ballerina gialla, il merlo acquaiolo. Ricca anche la presenza di rettili con il colubro liscio, il cervone, la luscengola, la salamandrina dagli occhiali. 

Il bosco mesofilo di fondovalle offre scorci particolarmente affascinanti e ospita ben cinque specie di aceri. Tra la vegetazione arborea predomina il faggio, il tassoil sorbo degli uccellatori. Simbolo delle Gole è anche il Fiordaliso del Sagittario (Centaurea scannensis), presente, in tutto il mondo, solo in quest’area. Altre piante rare dell’Appennino centrale sono l’Aubretia columnae e la Campanula fragilis cavolinii.

Gole-del-Sagittario-percorsi-che-si-possono-fare

Visitare la Riserva 

L’oasi è aperta tutto l’anno ed è a ingresso libero e gratuito.
Le visite guidate sono invece a pagamento e su prenotazione, e vengono organizzate durante tutto l’anno. 

E’ possibile organizzare visite guidate al giardino botanico, al centro visite, ma anche partecipare a laboratori sul fiume, al riconoscimento dei “macro-invertebrati” acquatici, alle letture per bambini, adolescenti ed adulti, a laboratori didattico-artistici. Inoltre, sempre a pagamento e su prenotazione anticipata, si organizzano escursioni sui sentieri con accompagnatori di media montagna, con cui l’oasi organizza specifici calendari.

Nei dintorni della riserva

Una volta giunti alla riserva, consigliamo una visita ai due vicini borghi di Castrovalva ed Anversa ma anche, percorsa la stretta strada scavata nella parete della gola, raggiungere il bel paese di Scanno, una delle capitali della transumanza, e le suggestive rovine di Frattura vecchia, villaggio distrutto dal terremoto del 1915 e posto sulla grande frana che in tempi remoti cadde dal vicino Monte Rava ed interruppe il corso del fiume Tasso, creando l’odierno lago di Scanno, famoso anche per la sua forma a cuore.  

Come arrivare

In auto: Anversa degli Abruzzi è raggiungibile comodamente a circa 5 km dall’uscita di Cocullo dell’autostrada A25, Roma-Pescara. Per chi proviene da Fontecchio, bisogna percorre la valle dell’Aterno e raggiungere Goriano Sicoli per poi svalicare e scendere a Cocullo e da lì ad Anversa.

In treno: scendere alla stazione di Sulmona sulla linea Roma-Pescara e Napoli-Pescara. 
Da qui vi sono frequenti corse di autobus verso Anversa-Scanno. Chi ha voglia di camminare, può anche scendere alla stazione di Cocullo, a 5 km di distanza dalla riserva.

In autobus: vi sono autobus da Roma (stazione Tiburtina) per Sulmona o Pratola Peligna, con coincidenze da Sulmona per Scanno o viceversa, quindi da Scanno verso Sulmona.

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